Quanto mi piacerebbe parlare solo di cose belle. Eppure, sento la necessità di coinvolgere chi legge, che per me non è un turista o un cliente, ma un ospite. Perché credo sia necessario che l’ospite che ci viene a trovare sia a conoscenza di quel che accade nella nostra comunità.

Nelle Dolomiti è alle porte un nuovo progetto, del quale si è già parlato parecchio: realizzare nuovi collegamenti a fune tra la Val Zoldana e Alleghe con Cortina, passando per il Passo Giau e Falzarego utilizzando soldi pubblici.

Ma è mai possibile che quando c’è di mezzo l’economia l’essere umano sia dotato di tanta fantasia? Mentre non riesca mai a escogitare piani plausibili quando debba trovare soluzioni a crisi climatiche o a migrazioni?

Il nuovo progetto dolomitico è davvero assurdo e mi viene la pelle d’oca a pensare a nuovi impianti a fune nella zona del Col di Lana, più precisamente vicino alla Sella del Sief. È una zona bellissima, intrisa di drammatica storia della Prima guerra mondiale, quasi selvaggia, poco battuta anche d’estate.

L’idea a dire il vero non è nuova; però in passato i progetti erano stati accantonati in quanto andavano ad inserirsi in zone protette. Ma il Piano Neve del Veneto è scaduto alla fine del 2023 e in quello nuovo sono in programma numerosi nuovi impianti e piste. Perché “Chi si ferma è perduto” si dice.

Il turismo montano può certamente portare molta ricchezza e investire milioni di soldi pubblici per realizzare impianti che saranno poi “sfruttati” dai Privati sembra essere una buona idea, certo. Ma non sarebbe più utile alla comunità pensare di fare anzitutto della buona ricettività? A parte Cortina, in Cadore c’è poca accoglienza. E se il Veneto iniziasse a ristrutturare gli  impianti che esistono già, invece che costruirne di nuovi? Eviteremmo di avere molti rimpianti nel prossimo futuro.

L’avvicinarsi dell’evento olimpico 2026, come diciamo da tempo, porta con sé un bagaglio di orrori grandi e piccoli di cui davvero c’è da vergognarsi. Quindi i soldi per un’operazione demagogica dell’amministrazione regionale veneta si troveranno. Del resto, il bellunese e le sue aree montane, già alle prese con problemi ambientali – come la devastazione forestale causata dalla tempesta Vaia e dal bostrico – sono la cenerentola tra le province venete.

Ma il tentativo di mascherare questa operazione come “ambientale” ha del grottesco: la si spaccia come un grande miglioramento alla mobilità, quando vi sarebbero interventi molto più incisivi, urgenti e attuali da fare, come il ripristino di tratte ferroviaria dismesse e circonvallazioni per molti centri abitati.

L’ambientalismo della Regione Veneto fa ridere, anche se in realtà mi viene da piangere. Oltre al danno ambientale c’è la sottrazione ai fruitori della “vera” montagna costituita da quelle aree ancora integre, ma mi rendo conto che questi sono argomenti da romantici.

E, già che ci siamo, non sarebbe tempo che si facesse una valutazione sulla difesa complessiva delle Dolomiti o sulla decadenza del marchio Unesco? Da quanto tempo lo diciamo?

Poche settimane fa hanno proiettato uno squalo sulle pareti dolomitiche delle Cinque Torri. Si tratta di un’azione molto indicativa della direzione presa da un’industria turistica svincolata dall’ambiente; il turista-consumatore diventa così la caccia preferita dello squalo predatore. La deriva potrebbe rapidamente coinvolgere altri marchi e le pareti verticali a imitazione di Piccadilly Circus potrebbero presto diventare realtà!

Cari ospiti, non acquistate merce con lo squalo nel logo!

Continua la riflessione con lo sfoglio dei giornali, dove mi appaiono diverse campagne pubblicitarie che riguardano due regioni a noi vicine: il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Per il Veneto la campagna recita: “Prosecco doc, italian genio”. E a seguire per quella friulana: “Prosecco doc, una terra unica come un sogno”. Nella descrizione di quest’ultima si parla di dreamland dando così il là alla campagna che segue nella pagina successiva: “Io sono Friuli-Venezia Giulia”.

Inorridisco per l’uso barbarico delle lingue. Italian genio: o è genio italiano o è italian genius. E poi dreamland, che oscenità. Ma cosa c’entra l’inglese con la fabula? Cosa c’entrano le Dolomiti innevate con il Prosecco? L’immagine che fa da cornice alla campagna strumentalizza le Dolomiti per promuovere il Prosecco. Inoltre viene usato un linguaggio ibrido, chimico, ignorante, vale a dire che ignora sia l’italiano sia l’inglese. Poi quel pronome personale: Io. Cosa vuol dire Io? Io sono Friuli-Venezia Giulia. Io chi? E, nel dubbio, non sarebbe meglio usare un noi? Vorrei chiederlo ad Anna Maria Testa, a Pasquale Barbella, a Emanuele Pirella, loro sì geni del copywriting. Mi direbbero: un conto è fare comunicazione, un altro è fare propaganda
strumentalizzando ogni cosa.

Chiudo con un po’ di poesia.

Caro Pan e tutti voi altri dei che siete in questo luogo, concedetemi la bellezza interiore, e i beni esteriori che possiedo siano in accordo con quelli interiori”. Così dice Socrate a Fedro. E così, altrettanto, auguriamoci un’armoniosa metamorfosi in direzione bellezza assoluta. Una concreta utopia! D’altronde tutti dobbiamo aspirare alla santità, vero?

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