È passato un altro anno. E che anno è stato? A me è piaciuto, nonostante tutto. Ho fatto lunghe camminate, alcune scalate strepitose, non abbiamo perso pezzi di famiglia (i genitori sono anziani), ci vogliamo bene.

Ho i miei piccoli acciacchi, pochi amici ma importanti, una donna strepitosa al mio fianco, e un amico caro che se n’è andato, ma so che lui ora è lì che arrampica sulle pareti cristalline del cielo cosmico.

Poi sono stato molto in giro, moltissimo, a parlare ed ascoltare di ospitalità. Ho conosciuto persone belle, persone che hanno a cuore un turismo fatto bene e insomma sono contento. Sono rimasto colpito dalla bellezza della Val Maira, dal festival del Cinema dei Lessini, da quanta voglia c’è di fare cose belle, da San Martino di Castrozza al Lago di Garda.

Ma allargando l’obiettivo e uscendo dalla sfera personale mi chiedo: cos’è successo sul pianeta?

Il 2023 si è aperto con lo stesso spettro che ha chiuso il 2022: la guerra in Ucraina. E, anche se non se n’è parlato molto, c’è stato il colpo di Stato in Niger con conseguente pesantissima crisi e la saldatura autoritaria anti-occidentale con posizioni filorusse.

E poi il conflitto in Sudan, con la popolazione che soffre le ripercussioni del deficit di sviluppo caratterizzato da povertà cronica, mancanza di mezzi di sussistenza e accesso limitato ai servizi sociali di base. Come non bastasse, il Sudan è uno dei Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici.

Del terremoto in Turchia e anche di quello in Afghanistan se n’è parlato poco, a certe disgrazie e a certe popolazioni la prima pagina non è riservata.

Poi ecco le proteste in Francia contro la riforma delle pensioni, Macron che decide di affrontare la questione aumentando gradualmente l’età pensionabile e modificando i requisiti per ottenere una pensione eliminando le norme speciali che favoriscono alcuni settori. Apriti cielo! Staremo a vedere.

Nel maggio Re Carlo è stato incoronato all’Abbazia di Westminster. Ce l’ha fatta, finalmente. Quante cose vorrebbe dire in fatto di questioni ambientali, lui ambientalista di vecchia data, e invece si vede che nei suoi discorsi deve leggere un protocollo che non gli piace per niente.

Per fortuna in Spagna Sanchez l’ha spuntata, mentre le derive verso destra toccano larghe parti d’Europa, a partire dall’Olanda, un tempo patria di hippie e di pensieri libertari.

In Polonia c’è stato un cambio di tendenza, e questa è un’ottima notizia. Mentre in Argentina, paese davvero degno di Borges, si elegge un nuovo governatore, quello con la motosega in mano. Anche qui, staremo a vedere.

Poi ci sono stati i vari summit dei G7, della Nato, i G20, e l’ultimo appena concluso a Dubai.

Chissà come finirà questa storia del clima. Bla bla bla qualcosa si fa, ma piano, e mai nessuna scelta coraggiosa. Ripenso al summit del 2015, con le promesse di Obama e un piano di riduzione dei consumi dei combustibili fossili a dir poco lungimirante. Poi è venuto quel cialtrone di Trump e chi si è visto s’è visto. E se torna l’anno prossimo saranno guai ancora più seri. Speriamo in bene.

Nel mese di ottobre irrompe sulla scena mondiale l’ennesimo scontro tra Israele e Hamas, con una violenza tale che a immaginare i possibili scenari futuri c’è da tremare. L’unica cosa che non cambia mai è la sofferenza inaudita che devono subire le popolazioni coinvolte, sempre e comunque martoriate da una disumana ferocia bellica.

Fumo di fumi dice Qohélet, Fumo di fumi, Tutto non è che fumo. Amen.

E da noi in Italia cosa è successo?

Vabbè, immaginare Silvio Berlusconi nel Famedio accanto a persone come Leo Valiani mi fa un certo effetto. Lui, fautore del bunga bunga e della donna oggetto, quando in Italia un uomo uccide una donna un giorno sì e l’altro pure, nel tempio sacro? Mah.

Ed ecco Cutro, con la sfilata ridicola dei ministri sul luogo dell’ennesimo eccidio di mare. E poi il contratto con l’Albania, anche qui Fumo di fumi, specchietto per le allodole che ci costa persino un bel po’ di quattrini.

Ecco come si affronta la difficilissima questione dei migranti, con la retorica e con la furbizia tutta italiana che se ne frega delle regole europee.

E qui da noi nel Trentino Alto Adige Sudtirol?

Come era facile immaginare, l’avvicinarsi dell’evento olimpico porta con sé un bagaglio di orrori grandi e piccoli. E davvero c’è da vergognarsi e da rimanere basiti di fronte a manifestazioni totalmente estranee all’ambiente montano, che offuscano l’animo. Mi riferisco allo squalo proiettato sulle pareti dolomitiche. Si tratta di un evento molto indicativo della direzione presa da un’industria turistica svincolata dall’ambiente e volta a trasformare ogni cosa in un “non luogo”, definizione celebre di Marc Augé, che anche lui ci ha lasciato quest’anno. Il turista-consumatore è la caccia preferita dello squalo predatore.

In generale nei luoghi a noi vicini e lontani stiamo assistendo ad una follia generalizzata: purtroppo non ci si vergogna di osare e non ci si vergognerà di pentirsi perché mai lo si farà. Vergogne generalizzate sulla pelle e sui monti che saranno macchie indelebili nei nostri cuori.

Nonostante tutto ciò, voglio guardare avanti, con alcune belle parole.

“Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”. È avere il coraggio di dire: “Mi dispiace”. È avere la sensibilità di dire: “Ho bisogno di te”. Essere felice non è avere una vita perfetta. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai. Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile”.

Potrebbero essere le parole dell’unico vero grande leader mondiale, Papa Francesco. Le hanno spacciate per sue, ma è una bufala. Ma non fa niente, sono belle.

Che sia un buon anno e non dimenticandoci di contemplare il cielo stellato, fonte di grande conforto per noi piccoli e infinitesimali esseri umani.

Non dimentichiamoci che facciamo parte del cosmo, e che siamo composti della stessa materia dei corpi celesti, e poiché la Divinità lo comprende, non possiamo essere distrutti.

Che sia un anno bello e denso di armonia e che una capriola di gioia quotidiana non manchi mai!

.m