C’è chi dallo scranno del Parlamento della Repubblica urla a squarciagola, sbraita, sfotte, ironizza e in modo maleducato si fa beffe di governo e opposizione.
Da ghigni altezzosi scivolano grida manco fossero in mezzo a una piazza di città.
La buona educazione. Questo dovrebbe esprimere chi ricopre un’alta carica dello Stato.
La buona educazione è un sentimento giovane, più virile di quanto si possa immaginare.
Le urla sono vecchie, sanno di marcio, di stantio, di volgare, di sopruso, di arroganza. In poche parole, di inciviltà.
Oggi più che mai la civiltà, il senso civico, il rispetto del prossimo, è un atteggiamento da giovani, che nel ben fare possono trovare la giusta energia per guardare avanti.
Non c’è futuro nelle urla, anche se piacciono a molti e acchiappano molti voti. Ma anche questi molti sono vecchi, così presi dal loro tornaconto e benessere che di futuro possibile non ne vogliono sentir parlare. È l’egoismo il loro punto di riferimento e l’egoismo è roba per vecchi.
Chi grida al pizzo di Stato è vecchio bacucco, senza prospettive se non verso il proprio tornaconto elettorale e di potere. Offesa gratuita e indegna nei confronti di tutti coloro che pagano le tasse.
Come diceva Padoa Schioppa, ex ministro all’economia di altissimo rango, pace all’anima sua, pagare le tasse è un privilegio. Ecco questo è un atteggiamento giovane, che guarda al futuro.
C’è poi il signore della pace fiscale, come se pagare le tasse fosse una guerra.
I banditi, caro signore, sono quelli che non le pagano e così facendo non pongono le basi per il futuro delle prossime generazioni. Anche questo è un tema per vecchi e non certo da giovani. Vecchi che però se scoppia il virus vogliono l’ospedale bello pronto.
Non sarebbe più ragionevole lavorare a una riforma fiscale più equa, dove tutti s’impegnano a fare il loro dovere?
Non sarebbe più ragionevole ascoltare le parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini, il quale dichiara a un evento pubblico: “Se vogliamo garantire i diritti fondamentali della persona indicati e tutelati nella nostra Costituzione – come la salute dei cittadini, il diritto allo studio dei nostri figli, la sicurezza di tutti – servono risorse, e noi siamo chiamati a raccoglierle a vantaggio di tutti. Anche di chi si sottrae al loro pagamento”. Queste sono parole da giovani, di un uomo maturo che guarda ai giovani. Ma questo è un paese per vecchi, destinato oltretutto a invecchiare male, pieno di rancore, livore, disprezzo.
La destra europea è vecchia e pare destinata a un trionfo inimmaginabile nelle elezioni dell’anno prossimo. Ha votato compatta ‘no’ alla legge sul ‘ripristino della natura’, fortunatamente approvata dal Parlamento europeo. Ma come si fa a essere così ottusi? Così poco lungimiranti? Perché negare l’evidenza? Ma non è da stolti? E non è da ignoranti l’uso continuo dell’insulto, il voler colpire l’avversario con parole indegne, l’umiliare anziché confrontarsi? Rinuncia questa di chiarezza e abnegazione della forza del pensiero.
Ecco, anche la negazione e la stoltezza sono roba da vecchi. Come si può immaginare un futuro se non si prende atto che l’uomo e nessun altro, peraltro vicino alla soglia dei dieci miliardi, è la principale causa del riscaldamento globale? Che l’abuso di combustibili fossili ci sta rovinando e per sempre?
Si può ragionare solo ed esclusivamente nell’ottica del qui e ora? Del tornaconto immediato senza guardarlo in prospettiva? Questo non è solo un atteggiamento da vecchi, ma anche da idioti. Il profitto, la produzione, il mercato. Parole vecchie, che sanno di muffa.
Da questi signori mai un pensiero virtuoso, una visione fresca, lungimirante. Hanno sempre i visi incavolati, sono brutti a vedersi, e stanno occupando tutti gli scranni possibili. A proposito, caro direttore dell’agenzia delle entrate, il suo posto è seriamente in discussione. Ecco, anche la voracità è roba da vecchi: magno ora tutto er possibile finché nun scoppio.
E già, poi ci sono gli ambientalisti. L’ultimo trucco della sinistra per boicottare il libero mercato. Roba da matti.
C’è tanta ignoranza in questa destra, basti pensare a quello che hanno detto di Dante, di Manzoni, perfino di Leopardi. Ma si possono dire tante scemenze una dietro l’altra? La stupidità è vecchia, perché non darà mai frutti maturi. E noi invece abbiamo bisogno di frutta fresca, di cibarci di idee nuove, creative, originali, entusiasmanti, collettive, solidali, sensuali. Urca. Quando vedo questa sfilza di nuovi ministri la libido va a farsi fottere. E la libido è roba per giovani.
Siamo un paese per vecchi sempre più vecchi, con pochi medici e infermieri e un sistema sanitario al collasso. Vero è che si invecchia meglio, ma la sanità comunque tra pochi anni non riuscirà a fare fronte alle incombenze. In Europa, in Italia, in Südtirol, dove tra pochi anni gli over 65 saranno uno su tre. In certi paesi del mondo i pazienti vanno già selezionati, in alcune città la corsia preferenziali è riservata a chi paga. Qui arriveremo: a una razionalizzazione della leistung. È una catastrofe sociale. Siamo un paese che non ha a cuore il futuro.
E mi chiedo: ma se il mondo brucia, i ghiacci si sciolgono, la terra si sbriciola, non si va tutti sotto alla stessa maniera, politici ed elettori di destra compresi? Non converrebbe dunque remare nella stessa direzione, lavorare uniti a un progetto meraviglioso, questo sì giovane ed eccitante, del tipo: fare la terra (e non la guerra) e poi fare l’amore?
Giovani che state facendo? Volete fare qualcosa di giovane sul serio? Non accettate visioni vecchie, che rischiate anche voi di invecchiare, e allora ribellatevi finché si è ancora in tempo. Perché è vero che voi giovani non potete sapere cosa pensano i vecchi, ma i vecchi sono colpevoli se dimenticano che cosa significa essere giovani.
Diceva Arthur Schopenhauer che quando si è vecchi, si ha dinanzi a sé soltanto la morte, mentre quando si è giovani si ha davanti la vita; sennonché ci si può chiedere quale dei due casi sia il più inquietante, se tutto sommato la vita non sia qualcosa che è meglio avere dietro di sé che davanti. No, non condivido. La vita è bellissima, giovani, prendetela per mano. E mandateci via, non serve darci un passato, piuttosto prendetevi il futuro.
Dai allora, tutti insieme, dai, proviamoci, proviamo a fare qualcosa di buono, ascoltiamo le aquile fischiare e vogliamoci bene, giovani e vecchi in un mondo che può e deve ridiventare giovane.
La cosa importante è non confondere ciò che è effimero e ciò che può renderci eterni. Una cosa che potremmo chiamare ‘poesia del vivente’. Noi, con le nostre ferite, i nostri affanni, dobbiamo aiutare ad amare il mondo. Essere contenti del mondo, riscoprire il respiro della Terra, il nostro respiro, respirato con dignità. Batterci perché non muoia.
Michil Costa