Sono incredulo, basito, attonito, stupito. ‘Non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica’. Sono parole del nostro Ministro Lollobrigida. E se penso al Presidente del Senato con il busto del duce sul comodino mi vengono i brividi. Sostituzione etnica. Mamma mia. Siamo tornati in un baleno indietro di cent’anni. Ed è così, il nostro concetto di nazionalità coincide con quello di razza. Roba da pazzi. Ma di che pasta è fatta la nostra razza italiana? Discendiamo da greci, etruschi, latini, arabi, goti, normanni, ebrei, spagnoli, francesi, nordafricani e chi più ne ha più ne metta. E io sono un retico, forse discendente da popoli nordici. E le radici dell’Europa cristiana? San Paolo era siriano, Sant’Agostino algerino, Costantino serbo e Gesù ebreo di Nazareth.

Poi il discorso sulle mamme. Le donne che devono fare più figli. Ma lo sanno lor signori che se non si fanno più figli, o se ne fanno meno rispetto ad altre nazioni europee, non solo quelle del nord, ma anche Francia e Germania, è perché da decenni non abbiamo investito sulle politiche di genere? Lo sanno che le donne pagano un prezzo altissimo per avere figli, che il 20% interrompe il lavoro dopo la maternità, che non ci sono servizi sociali, che non ci sono abbastanza servizi educativi per l’infanzia, che non ci sono congedi di paternità adeguati, solo dieci giorni, che il congedo parentale corrisponde solo al 30% della paga? Tutto ciò significa che c’è un carico di lavoro familiare sulle donne che ha totalmente disincentivato la maternità. Ecco spiegato perché si fanno meno figli. E poi mettere su famiglia è sempre più caro: l’affitto di una casa per un giovane costa almeno la metà dello stipendio che prende. Ammesso che lo prenda uno stipendio. Il futuro della nostra Nazione, con la enne maiuscola come piace ai meloniani, è nella nostra capacità di accogliere, altroché. Tra un paio di decenni non ci saranno abbastanza lavoratori attivi per pagare le pensioni a una moltitudine di anziani sempre più numerosa. E solo accettando i migranti salveremo la nostra economia. Lo sostiene il premio Nobel Paul Krugman, mica il sottoscritto. Senza immigrati la nostra Nazione finisce in bancarotta e le imprese non troveranno più manodopera.

Sono in stazione, devo scendere dal treno e così il flusso dei pensieri per un po’ lascerà spazio a problemi pratici tipo come raggiungere l’albergo, partecipare all’incontro e quisquilie varie. Ma sul predellino ho un ultimo sussulto: ma lo sa il cognato ministro dell’agricoltura Lollobrigida che senza migranti non ci sarà più nemmeno una mucca italiana e che nelle botti non verseremo più il nostro amato vino italiano? E lo sa il nostro primo ministro donna che se anche le donne italiane si mettessero a fare tantissimi figli, questi prima di vent’anni non entrerebbero nel mondo del lavoro? Vogliamo continuare a dare aria ai denti e sbraitare sciocchezze invece di affrontare seriamente i problemi? Per anni abbiamo sentito da destra che per fermare l’immigrazione clandestina bastava attuare un blocco navale così i barconi sarebbero rimasti sui bagnasciuga nordafricani e che tutta la colpa è dei buonisti di sinistra. A quanto pare la faccenda non è così semplice. E da gennaio gli sbarchi sono più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. 

Prima di chiudere, però, voglio darvi una gran bella notizia, perché al mondo ci sono anche quelle, eccome. Insieme ad amici architetti, ingegneri, direttori forestali, filosofi, un vero e proprio comitato scientifico di quelli seri, abbiamo ideato un progetto di regolamentazione del traffico durante i mesi estivi sugli amati passi dolomitici ribattezzato Car is Over che stiamo inoltrando alle amministrazioni locali e alle tre province coinvolte. In breve, proponiamo la chiusura di due ore, dalle 10 alle 12 tutti i giorni, festivi compresi, da giugno a settembre dei passi che girano intorno al gruppo del Sella: Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo. Perché vogliamo dare a tutti noi, che qui abitiamo o che qui veniamo a trascorrere giornate liete, la possibilità di ascoltare nel silenzio il lieve canto delle Dolomiti. E riscoprire, anche solo per pochi istanti, cosa significhi immergersi in questo mare di rocce senza il rumore assordante del traffico auto-motociclistico che d’estate imperversa sulle nostre strade. Manco fossimo sul grande raccordo anulare delle Dolomiti. Per tutte le informazioni basta visitare il sito casacosta1956.it. Abbiamo in cantiere delle belle sorprese.

E adesso vi saluto con un augurio speranzoso: che in questo mese di maggio fiorisca insieme ai crochi, alle rose e alle genziane un po’ di sano buon senso. Me lo auguro e ve lo auguro cari lettori, amici e ospiti venturi. Ne abbiamo un gran bisogno.