Inizio con una citazione dello studioso di comunicazione degli anni 50, Edward L. Bernays: “Public relations begins at home”. Riusciamo solo a comunicare all’esterno quel che effettivamente viene anche praticato all’interno.

Pensiamo ai nostri collaboratori. Un collaboratore bene informato si sente più integrato, più partecipe, più coinvolto. I collaboratori sono i comunicatori più onesti, faranno un’ottima promozione dentro e fuori casa se si trovano bene, ma ti volteranno le spalle se si sono trovati male. Dalla comunicazione all’organizzazione, dalla tutela della salute alla promozione e crescita del collaboratore, sono tutti aspetti importantissimi, ma soprattutto: la nuova generazione avverte il bisogno di trasparenza e possibilità di interloquire con i vertici, questo è un dato di fatto. Non semplicissimo da mettere in pratica, perché anche i collaboratori devono essere prima spronati e poi educati ad avere un diretto contatto con i dirigenti aziendali.

Il processo che abbiamo iniziato nelle nostre case va senz’ altro nella giusta direzione, con l’ufficio delle Relazioni Umane che segue i collaboratori nella loro crescita professionale ma anche umana, incentivando il dialogo tra i reparti, tra i livelli di organigramma. Solo seguendo i nostri collaboratori con costanza, dando loro il valore che meritano, riusciremo a farli diventare comunicatori onesti, e saranno la nostra forza più grande.

È vero che in questo momento noi operatori turistici dobbiamo concentrarci sul ripartire riformandoci e sul fare bene i conti, ma è anche vero che mai un pensiero prima d’ora è stato più azzeccato: è più importante il why del what. Non cosa facciamo, ma perché lo facciamo. Solo un alto grado di consapevolezza può orientarci in questo futuro incerto.