Nella comunicazione con l’ospite, è di fondamentale importanza rimanere fedeli ai propri valori. Un pensiero profondo però, non è ancora la garanzia di un messaggio comunicato con successo. Non sempre l’ospite è disposto ad ascoltarci. Non sempre il canale scelto è quello adatto. E allora come fare?

Prendiamo uno spunto da chi le cose le fa bene.
Mi piace molto la nuova comunicazione di Issimo della famiglia Sciò. Non è solo comunicazione, è un’idea tradotta ingegnosamente in un progetto concreto che unisce e comunica un territorio e uno stile di vita alla comunicazione con l’ospite non dicendo: “fai un affare!”, ma: “ricordati di me.

L’obiettivo a lungo termine di ogni comunicazione di successo dovrebbe essere proprio quello di fare in modo che sia l’ospite stesso a diventare testimonial. Non raccontarci, ma farci raccontare. In questo modo il brand diventa più credibile, efficace, solido, perché cresce dall’interno. Mi viene in mente uno slogan: meno uffici stampa e più relazioni intime! Meno storytelling e più racconti.

In Engadina ti salutano tutti con il reto-romancio “Allegra!”. Noi ladini delle Dolomiti invece dovremmo essere più coraggiosi a non deformare la nostra identità. Dovremmo aumentare il ladino nella nostra comunicazione tout-court. Che tutti, collaboratori compresi, salutino con: “co vala pa?” e non con “how do you do?”, che dicano “bun de” e non buongiorno e “giulan” per dire grazie sempre. L’ospite ha voglia di incontrarci, desidera essere nostro compaesano, non è solo qui per noi, ma con noi: sproniamolo a scoprire di più la nostra cultura, la nostra lingua, perché solo così avrà la possibilità di vivere pienamente i nostri luoghi, coglierne le sfumature, la fragilità e la bellezza.

E allora, con il motto Stay calm. Stay inspired, facciamoci ispirare da ciò che ci circonda ben sapendo che più la nostra identità corrisponde all’identità dei luoghi, più siamo autentici, veri, concreti, trasparenti e non schermati da stereotipi fasulli