Mi piace l’amata che ho sposato. Mi piacciono i buoni propositi. Mi piace essere drammaticamente ottimista. Non mi piacciono le promesse non mantenute e non mi piacciono quelli che esordiscono sempre con un ‘sì, ma, eh, però’. E chi bestemmia non mi piace per niente. E già che ci siamo, solo Dio punta il dito. Mi piacciono i ribelli, i ribelli gentili, perché a qualcuno piace la violenza? Sembra che a qualcuno piaccia. Mi spiace per Raphael Hilz, il giovane architetto che lavorava per Renzo Piano ucciso vilmente a Parigi. E per tutti gli uomini, le donne e i bambini ucccisi in modo così assurdo. Nelle nostre città e sui gommoni.

pettirosso

Mi piacciono le persone istruite ma mi piacciono ancora di più se sono anche educate, quelle che rendono grazie. Non mi piacciono i melodrammi natalizi ma lamentarsene è insopportabile. Mi piace ‘Hallelujah’ di Jeff Buckley, straordinario chitarrista. Mi piace der Zauberberg. Mi piace il Pinot nero sudtirolese. Ma quello francese, quello grande, è insuperabile. Non mi piacciono i capri espiatori. Non mi piacciono gli urlatori di professione. Non mi piacciono i cinici sempre e comunque. Mi spiace per Omar Sharif, il sogno panafricano di Lawrence d’Arabia sembra scomparso insieme a lui.

Mi piace il Sassongher sul quale ogni cent’anni si posa un passero a limarsi il becco. E quando a furia di limare tutto il monte si sarà consumato, l’eternità non avrà ancora avuto inizio. Così mi raccontava il maestro Lezuo. Un giorno questi monti si sgretoleranno tutti, ma non mi spiace. Mi spiace invece che ci saranno nuovamente gli assordanti fuochi d’artificio. A me piacciono le notti buie con le stelle! Mi spiace per la natura-spirito, così stoltamente maltrattata.  E che dire di quegli alti pali che hanno montato sulla Gran Risa a La Villa per la gara di coppa del mondo di sci? Non mi piacciono le auto illuminate a giorno sui piedistalli nei nostri paesi di montagna. Sono come un grande fratello che controlla i consumatori. Così ormai ci chiamano e ci chiamiamo: consumatori.

Sì, perché a me piacerebbe un turismo che vada oltre l’ottica del parco giochi. E un po’ mi spiace che ora, per l’ennesima volta, arriveranno gli attacchi: ‘anche tu di tutto questo vivi’. Lo so, e mi spiace non essere più coerente e radicale con me stesso. Ma mi piace pensare che possa riuscirci e che le cose possono cambiare.

Non so se mi piace che si bacino i buoni con i falsi buoni e i cattivi quelli veri con quelli cattivi per finta, o che hanno sbagliato una volta nella vita e ora si trovano soli, in gattabuia. E mi piace il panettone del carcere di Padova, eh sì perché è Natale anche per i depressi e quelli in galera; e mi piacerebbe pensare che per loro ci fosse un bacio, una carezza. E che per le persone sole e quelle ferite a vita, ci sia un po’ di speranza, anche se per loro, dopo una scintilla di dolcezza, la vita tornerà dura.  Dolcezza: mi viene in mente il “grande Animo”, sì, mi piace il Mahatma Gandhi. E amo Gesù.

Non mi piace il capitaliberismo. Non mi piace l’equazione errata ‘consumo = posti di lavoro’. Non mi piace la malafede. Ma Reinhold Messner non è in malafede, però mi piaceva Messner l’alpinista. Delle sue attuali elucubrazioni posso anche farne a meno. E nemmeno mi piacerebbe ritrovarmi Durnwalder sindaco. E non mi piace come la Cassa di Risparmio ci ha preso in giro. E non mi piace che si dica che la conferenza mondiale sul clima a Parigi sia stata un successo.

Mi piace guardare i larici spogli; rinasceranno. Non mi piace Babbo Natale nei centri commerciali. Ma quei non-luoghi non mi piacciono comunque.  Mi piace Alda Merini e mi piace come canta Pierangelo Bertoli che ‘oggi baciamo il nemico o quelli che passano accanto o l’asino dentro la greppia, Natale il giorno più santo’. Mi piace capire, forse, qualcosa del mio piccolo mondo, il mio lavoro, ma mi piace ancor più farmi le domande sul grande mondo. Mi spiace non conoscere il Corano. Ma mi piace pensare che l’anno più bello deve ancora arrivare, e che la più alta ebbrezza di bellezza ancora non l’abbiamo vissuta e che il 2016 sarà un anno migliore di quello appena passato. Bun Nadè. Buon Natale.

Michil Costa, Alto Adige, 22/12/2015

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