La Stampa, 26/06/2016

Ma se provate a guardare oltre i telai in carbonio e le maglie colorate, scoprirete che la Maratona è qualcosa di più di una classifica: è una ricerca di armonia, una sfida interiore in cui, oltre al sogno di sentirsi per un giorno come Nibali, ci si può confrontare con Goethe o le missioni spaziali. Michil Costa, presidente della corsa, riassume tutto in una formula: «Andare in bici qui è il lusso contemporaneo». Prego? «La Maratona ti regala benessere fisico – sì, fisico, a dispetto della gran fatica – e spirituale, la bellezza che hai davanti agli occhi mentre pedali diventa bellezza interiore». Questa forma di lusso contemporaneo è inseguita da ciclisti che arrivano da tutta Europa e dagli Stati Uniti: «La difficoltà di partecipare aumenta l’appeal e noi non facciamo favoritismi, ma sono convinto che la molla che spinge tanti a iscriversi è poter vivere un’esperienza opposta alla realtà di tutti i giorni. Siamo abituati alla velocità, in tutto, mentre qui riscopri il gusto della lentezza, di salire piano, di farti osservare dalle montagne e pensare come loro. Per un giorno non ci sono auto, puoi prendere il tempo che ti serve, senza affanni. Quando pedali sul Giau mica parli al telefonino».

Quando nasce nel 1987, la Maratona è l’idea di 4 amici al bar – davvero – che discutono di come far vivere il turismo anche d’estate: prima edizione con 176 corridori. Continua a leggere

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